I NONNI

© 2015 Italia Gabriella Sorgi

Briella caffé...
di Italia Gabriella Sorgi
  

Ah i nonni, i nonni, i nonni!! Chi sono?
Sono coloro che lasciano andare i propri figli reali buoni e cattivi, grati e ingrati, i quali insegnano ai loro nipoti l’educazione, dando le regole, lungi dalle norme rigide e ossessive.
La nonna e il nonno dedicano volentieri il tempo necessario all’accettazione del ruolo, nel trasmettere i valori sani della vita e dell'aspirazione ai sogni, compreso quello dei nonni di essere dei buoni maestri.
I nonni, metaforicamente, sono ancelle della vita, acqua che prende forma nei vari contenitori. Essi sono neutrali, stanno al loro posto, non invadono, accolgono e partecipano in silenzio. Si fanno l’undicesimo comandamento.
Essi hanno superato il Bisogno del Potere Fallico, il potere sui figli per sconfiggere la paura della morte, il “potere su” che trattiene.
I nonni assaporano il desiderio di Potere e Volere godere del tempo che a loro viene concesso dai loro figli divenuti genitori. I figli reali dei nonni ora donano ai loro genitori di stare ad accudire i nipoti. Il bisticcio si chiarisce se fermi l’attimo: l’attimo della luce dei loro occhi, l’attimo dell’appartenenza e non del possesso. L’attimo in cui tu hai l’amore di averli in casa, poterli accompagnare quando i genitori te li affidano, perché i bimbi si fidano dei nonni, del loro padre e della madre. Questo onore non va tradito, se accetti di non essere tentato dall’avere un potere su di loro. Ognuno sa con saggezza, fermarsi o rallentare quando andiamo veloci nell’auto dell’invadenza. Guai a fare commenti su quel taglio di capelli, sui pantaloni calati, sullo “spidocchiamento” nei cellulari, sull’attaccamento alla TV.
Se non te lo chiedono, il consiglio, tu non puoi darlo disinteressatamente perché l’amore è sempre interessato.
Perciò osservare l’undicesimo comandamento, altrimenti è amore-possesso e non libero:
- Evviva la visione dei Pupazzi!
Nella libertà, potranno chiedere questi giovani rampolli, perché sentono che tu li accogli e sai spiegare senza i dogmi o le presunte verità assolute, o almeno si spera che sia così

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IL MERCOLEDI' DEI CAPPELLETTI

Sono tre ore da vivere, una settimana di vita da creare nel concerto dedicato a noi: nipoti e nonni, gli “N.-N.”
S’era stabilito che un giorno alla settimana, i nipoti (piccoli N.) venivano a pranzo dai nonni, dopo la scuola.
Non solo, ne avevano parlato con i loro genitori, i quali hanno acconsentito -io dico donato ai nonni- che una notte al mese i figlioli potessero passarla “a casa dei nonni”, a dormire nel lettone con nonno o con nonna: - Ma scusate, c’è una camera libera, perché non lo fate?

Concerto a sei mani:
Clarinetto: primo nipote “Piccolo N.”
Pianoforte: la nonna “Grande N.”
Sassofono (Sax): secondo nipote “Piccolo N.”

Clarinetto
Ma dormo sempre solo, almeno una volta voglio stare in compagnia! Una volta con nonna, una volta con nonno.

Pianoforte
Anch’io dormivo con mio nonno. Mi ricordo bene.

Intermezzo. Però c’è anche da dire che c’è la prima settimana di agosto.

Sax
Venire a casa dei nonni mi piace molto, anche quando andiamo a villeggiare d’estate. Mi diverto con nonno “Grande N”, mi fa ridere con le sue battute. Nonna “Grande N.” mi rompe i coxxxx quando mi richiama all’ordine, ma è molto divertente perché sa mimare le canzoni e sa raccontare le storie, e insieme facciamo il teatro-danza. Ci insegna come quando lo faceva a scuola, lo fa anche con noi. Lei sa usare l’arte del teatro e della danza ed io mi diverto e mi piace tanto.

Pianoforte
Il giocare con il mio bambino interiore è un grosso piacere. Mi diverto e recupero la mia parte infantile.

Sax
Ho ancora da dire che quando i nonni si fanno le “prediche” e dicono le battute, io mi “sganascio” dalle risate. A me non piace la cucina con i cappelletti, piacciono a mio fratello Clarinetto. La nonna per farmi venire, mi cucina le tagliatelle o mi fa i cappelletti con il sugo, perciò vado. So che offre la par condicio: una volta il brodo, ma le altre volte trovo anche le lasagne. Io, però, li mangio lo stesso i cappelletti, perché li fa lei, perché passa giorni a preparare questo pranzo del Mercoledì. Poi nonno ci prepara l’aranciata vera.

Clarinetto
Oggi tre agosto, sto in montagna perché, come ha detto il Sax, ogni estate io e lui ci andiamo, almeno per una settimana; ci leviamo dai coxxxxx tutti coloro che fanno parte della nostra vita (amici, compagni, maestre, scuola, compiti ecc.). Andiamo in vacanza, in esilio dorato, in questo paesino di quattro gatti e sei cani, quasi al confine del mondo.

Sax:
Che state a fare? Che facciamo nonno?

Clarinetto
Ecco nonno! Ha detto:-Fa freddo siamo a zero gradi.
Come sempre è l’artista dell’esagerazione!

Sax
Vado a vedere il termometro e mi “sbellico” dalle risate. Siamo a diciotto gradi, ma fuori piove. Ora nonna sta accendendo il fuoco nel camino.
Simpatico nonno. Sei forte!

Clarinetto
Siete uno spasso, mi diverto da morire. Ora andiamo a programmare il nostro solto giro turistico.

Nonno
Domani andiamo a Santa Rita da Cascia.

Pianoforte
Si dice Cassa!!

Sax
Aha! Aha! Aha! Cassa, Cassa, Cassa!

Pianoforte
Hai dimenticato Norcia.

Clarinetto
E la visita alla cioccolateria, per comprare i soliti dieci chili di cioccolata. Caro a noi la cioccolata piace!!!
E dai...!...! Batti cinque!

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Finale del concerto

A sentire “Concerti a sei mani” di nonni e nipoti, mi rendo conto che sono concerti dedicati alla Speranza, al Futuro del prosieguo dell’Umanità.
Penso che se la mia ambizione fosse l’immortalità, ovunque ci sarò questa è Poesia.
Sentiremo la musica del cuore di chi vive fisicamente e, attraverso i ricordi ed il loro amore, continueremo a vivere.
Ringrazio la vita che mi ha indicato la strada della Bellezza a sei mani, forse non morirà se la sto scrivendo; anche se c’è dolore mi lascio vivere.
Poesia come bellezza di un concerto dedicato a me, a mio marito, ai miei bambini esteriori ed interiori recuperati e trovati. Bambini pieni di doni, amati e deliziosamente fantasiosi, piccoli cosmonauti che vanno per le strade dell’universo a prendere stelle artistiche.
Le stelle sono i sogni a cui ho dato il concime della fantasia per coltivarli, onde vivere anche quando il mio corpo evaporerà.
La Poesia? Sono bambini che vanno a portare pacchi “pieni di stelle”; pacchi stellari, sogni siderali che, credo, di aver portato qui sulla terra, nella realtà su cui poggiano le radici, la fantasia, la curiosità e la responsabilità del coltivare i “siderali sogni floreali”, per vivere la vita come un sogno quando il mio Io corporeo dissolverà, come il Blu Calippo della favola di Alice nel Paese delle Meraviglie.
Lasciaci, lasciami vivere, Vita.
Lasciali creare.
Lascia che il loro Sé personale sia in contatto con il Sé cosmico.
In questa giostra creativa e fantastica ci sono salita anche con Sax e Clarinetto, insieme anche ad altri “piccoli N.” reali e simbolici.
La continuità della vita futura, passata e presente è qui, nelle mie dita che pigiano delicatamente i tasti bianchi e neri del Pianoforte. Esso mi ricorda che nel buio c’è la luce e che “il mondo è fatto a scale:

Forse è un’ottavina reale questo desiderio di trovare una soluzione alla morte.
Ringrazio tutti, compresa me, che hanno aiutato questa fanciulla (esterna ed interna) a dialogare con i “puri di spirito” ed i “puri creativi”
Ringrazio i pazienti curiosi, disponibili, e chi ti ama senza volerti uccidere.
Grazie a voi che state leggendo, alla vita e all’universo in cui ho vissuto.
Vivo e lascio vivere.
In silenzio, l’armonia si diffonde dentro e fuori questo libro.

E spero che possa volare, ed io ritrovarmi in ogni cosa o persona o briciola a cui ho dato spirito vitale.

Alla prossima volta...

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